Vivere in una casa in affitto che presenta macchie di muffa nere e verdi può essere un grande problema. Inoltre, viene spontaneo chiedersi a chi spetta pagare la risoluzione del danno: all’affittuario o al locatario? Attraverso questo articolo vediamo, quindi, come comportarsi in questi casi, mostrando cosa dice la legge a riguardo.
Casa in affitto con la muffa: cosa fare
Quando si vive in una casa in affitto che presenta problemi di muffa è necessario intervenire tempestivamente. In tal caso, si possono mettere in atto due tipi di manutenzione: ordinaria e straordinaria. La prima prevede soluzioni immediate ma temporanee, ovvero evitano l’espansione del fungo ma non risolvono il problema; la seconda invece permette la risoluzione definitiva delle macchie.
La muffa, infatti, è un fungo insidioso, che ama l’umidità e le superfici fredde. Le sue prime spore non sono visibili ad occhio nudo, quindi, nel momento in cui si interviene è in realtà già tardi e, probabilmente, si è già espanso. Si può comunque agire per evitare che la spora intacchi altre superfici, espandendosi ulteriormente.
Per prima cosa si può far areare le stanze in cui sono presenti le macchie: il ricircolo d’aria, infatti, permette la fuoriuscita dell’aria calda e viziata facendone entrare di pulita e fresca. Non solo, aprire le finestre aiuta anche a filtrare i raggi del sole, poco amati da questo fungo.
Inoltre, è bene spostare i mobili dalle pareti intaccate dalla muffa in modo da evitare che essa arrivi a loro, rovinandoli. In particolare, si suggerisce di spostare gli armadi, in quanto quelli in cui le spore giungono più facilmente, proliferando anche sui vestiti.
Se la spora è presente in zone della casa come il bagno o la cucina, si consiglia di evitare di produrre molto vapore ad esempio quando si è sotto la doccia o quando si cucina. L’umidità, infatti, accresce notevolmente la proliferazione di tale spora. Oltre però a queste manutenzioni ordinarie, si può intervenire con operazioni più mirate e definitive per eliminare una volta per tutte le macchie.
È bene evidenziare che gli interventi di manutenzione straordinaria possono essere sia a carico del locatario sia del padrone di casa. Spetta pagare a quest’ultimo qualora i danni alle pareti siano dovuti a vizi strutturali e non riconducibili al locatario.
In caso contrario, invece, la risoluzione del problema è a carico dell’inquilino. Quindi, se la muffa si è generata per condensa o per sbalzi di temperatura eccessivi, l’intervento di manutenzione spetta al locatario. Ma quali possono essere questi interventi? Vediamoli insieme:
- risolvere un eventuale problema di infiltrazione d’acqua, causa della proliferazione del fungo sulle pareti;
- se si tratta di pareti di cartongesso, si possono rimuovere e sostituire con materiali più traspiranti, evitando la condensa;
- pulire le pareti ammuffite e intonacarle con materiali che prevengono la ricomparsa delle macchie nere e verdi;
- isolare il pavimento, qualora si trattasse di umidità di risalita;
- utilizzare impianti di ventilazione che permettono la giusta areazione dell’abitazione;
- se si tratta di pareti o travi in legno si possono levigare e utilizzare vernici antimuffa per evitare la ricomparsa delle macchie.
Il consiglio è quello di intervenire in modo tempestivo e con soluzioni definitive contro la muffa, eliminando una volta per tutte il problema. Infatti, è importante individuare la causa che ha generato la presenza delle spore, in modo da intervenire proprio sull’origine.
Muffa in casa affittata: chi paga?
Se si vive in una casa in affitto e si trovano delle macchie di umidità sulle pareti è lecito chiedersi a chi spetti pagare per rimediare al problema: all’affittuario o al locatario.
Secondo il Codice Civile, se il danno è stato commesso dall’inquilino, ovvero non ha eseguito le giuste pulizie quotidiane della casa e ha favorito la crescita di questo fungo, spetta a lui porvi rimedio.
Nel caso, invece, la casa fosse stata data in affitto già con le pareti ammuffite, ovvero il problema nasce da vizi strutturali dell’edificio, è compito dell’affittuario riparare l’ambiente casalingo.
In quest’ultimo caso, il locatario può anche richiedere il risarcimento danni e la risoluzione immediata del contratto di affitto. Solitamente ciò accade se l’ambiente casalingo è malsano e inadeguato all’uso abitativo pattuito. È fondamentale, quindi, controllare l’appartamento prima di affittarlo e verificare che vi siano tutte le caratteristiche per poterci vivere.
Lettera per muffa in casa in affitto
Un inquilino di una casa in affitto con problemi di muffa può trovarsi in una spiacevole situazione, poiché le conseguenze di infiltrazioni di acqua e muffe in un immobile comportano sia problemi di salute, soprattutto allergie, sia danni patrimoniali come mobili, vestiti e oggetti.
È quindi necessario per il locatario esporre un reclamo al proprietario di casa, qualora le macchie di muffa sulle pareti siano causate da vizi strutturali e non imputabili all’inquilino stesso.
In questo caso, colui che abita nell’appartamento può decidere di rescindere il contratto, richiedere il risarcimento danni, chiedere di abbassare il canone mensile oppure, come detto, chiedere all’affittuario di sistemare a sue spese l’appartamento. Per esporre un reclamo, quindi, bisogna scrivere una lettera al padrone di casa.
Qualora la lettera di reclamo non fosse ascoltata, si può passare per vie legali. Il più delle volte è direttamente l’avvocato dell’assistito che si occupa di formularne una nuova missiva, richiedendo l’intervento del proprietario di casa.
L’affittuario, una volta ricevuta la lettera di reclamo, procede con la bonifica della casa a sue spese. L’obiettivo è quello di mettere in atto soluzioni definitive, eliminando completamente la muffa ed evitandone la ricomparsa. In questo caso, Murprotec lavora in questo settore da molti anni ed è esperta negli interventi di bonifica. Crea soluzioni personalizzate e utilizza metodi scientificamente provati e tecnologie d’avanguardia.
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