La presenza di muffa in una casa in affitto può arrecare danni alla salute degli inquilini e alla struttura dell’edificio. La legge italiana prevede tutele per chi si trova in questa situazione: quando la colpa della formazione della muffa è attribuibile al locatore, dopo un sopralluogo da parte dell’ASL, è possibile ottenere una disdetta immediata del contratto d’affitto e il risarcimento danni. È quindi possibile presentare alle autorità una denuncia per la muffa in una casa in affitto senza dover risolvere il problema autonomamente.
Muffa in casa: denuncia all’ASL
La formazione di muffe all’interno della casa può creare problematiche e danni sia alla struttura degli edifici, sia alla salute di chi ci abita. Questi funghi, infatti, rendono l’ambiente poco salubre e sono molto pericolosi: possono causare, ad esempio, infezioni respiratorie, asma e allergie. Per questo motivo, prevenire ed eliminare la muffa è fondamentale se si desidera respirare aria di qualità.
Se chi dispone di una casa di proprietà è tenuto a risolvere autonomamente (o con l’aiuto di professionisti) le problematiche legate all’umidità, chi vive in affitto può appoggiarsi alle autorità.
Fortunatamente, infatti, la legge italiana prevede alcune tutele per chi si trova nella situazione spiacevole di alloggiare in una casa in affitto che presenta problemi di muffa. Esse sono contenute in alcuni articoli del Codice Civile:
- articolo 1575 del Codice Civile (obbligazioni principali del locatore): l’articolo afferma che il locatore è tenuto a ad affittare immobili in buone condizioni e ad effettuare la manutenzione necessaria;
- articolo 1578 del Codice Civile (vizi della cosa locata): il locatario è autorizzato a chiedere la cessazione immediata del contratto in caso di muffa, e il locatore è tenuto a risarcire il locatario dei danni subiti.
Se ci si dovesse trovare in una casa in affitto con la muffa, cosa fare? Innanzitutto, è bene sapere che le condizioni di eccessiva umidità e con presenza di muffe, se queste non sono state causate dal locatario, costituiscono un vizio grave dell’immobile e danno diritto a richiedere un risarcimento danni e la disdetta immediata del contratto d’affitto.
Nel dettaglio, i passaggi da seguire sono:
- sollecitare il proprietario: prima di rivolgersi alle autorità, si consiglia di esporre il problema al proprietario di casa e sollecitare la risoluzione dei problemi di umidità;
- presentare un esposto all’ASL: se non si riceve riscontro da parte del proprietario, è possibile presentare un esposto all’ASL e richiedere un sopralluogo per analizzare le condizioni igienico-sanitarie dell’immobile;
- relazione dell’ASL: dopo il sopralluogo, se riscontrata la presenza di muffe rischiose per la salute degli abitanti, l’ASL emette una relazione che consente di disdire il contratto di affitto immediatamente, senza il preavviso di sei mesi normalmente previsto, oppure di ottenere una riformulazione del canone di affitto;
- risarcimento danni: grazie alla relazione dell’Asl si può richiedere un risarcimento danni.
Tuttavia, è bene sottolineare che gli step elencati sono validi solo nei casi in cui la colpa delle condizioni dell’immobile sia attribuibile al locatore. La muffa, infatti, può derivare da problemi strutturali come l’isolamento inadeguato, la scarsa manutenzione o la presenza di infiltrazioni d’acqua, ma anche dalle modalità di utilizzo dell’immobile e dagli stili di vita.
Il sopralluogo degli esperti serve proprio per stabilire le cause della formazione della muffa e attribuire le responsabilità. Le colpe possono essere del locatore, del locatario o condivise da entrambi i soggetti. Inoltre, in questo processo gioca un ruolo fondamentale il grado di conoscenza del problema da parte del locatore al momento della stipulazione del contratto di affitto.
In generale, esistono delle buone abitudini da mantenere in casa per prevenire la formazione di condense e muffe, tra cui:
- tenere sotto controllo il tasso di umidità: la causa principale della formazione della muffa è un eccessivo livello di umidità all’interno delle stanze. Il livello ideale si attesta tra il 40% e il 60%, e per misurarlo esistono degli appositi strumenti, chiamati igrometri. Questi consentono di monitorare in tempo reale la quantità di acqua presente nell’aria, così da agire per rimediare in caso sia troppo bassa o troppo elevata (ad esempio, utilizzando un deumidificatore);
- ventilare gli ambienti: gli appartamenti ben ventilati ed areati non permettono alle muffe di proliferare. Per questo motivo è importante aerare spesso le stanze o dotarsi di appositi sistemi di ventilazione che garantiscono il ricambio dell’aria;
- pulire e asciugare le superfici: è importante pulire regolarmente e asciugare dopo l’uso le superfici della casa, soprattutto in ambienti come il bagno o la cucina, dove tende a crearsi maggiore umidità.
Per la risoluzione definitiva dei problemi legati all’umidità, tra cui muffe e condense, è possibile affidarsi ai professionisti del settore. Murprotec offre un sopralluogo gratuito per valutare le condizioni dell’immobile e propone, in base ad esse, la soluzione più adatta. Affidandoti a noi non dovrai più preoccuparti della muffa e delle sue conseguenze, grazie alla nostra lunga esperienza e professionalità.