L'umidità residua rappresenta una vera e propria sfida durante i lavori edili, poiché coinvolge materiali come calcestruzzo e intonaco. Per gestirla è necessario prestare attenzione durante tutte le fasi di costruzione di uno stabile, poiché un’eccessiva presenza di umidità può causare diversi problemi come la formazione di muffa e di danni strutturali. Per prevenire queste complicazioni, è essenziale adottare delle tecniche adeguate e utilizzare degli strumenti per monitorare la situazione. Solo così è possibile garantire la durabilità e la sicurezza dell'edificio nel tempo.

Umidità residua da lavori edili

L'umidità residua da lavori edili è un fenomeno comune che riguarda la quantità d’acqua intrappolata all'interno dei materiali da costruzione, come malta, intonaco e calcestruzzo, dopo la loro applicazione. Durante il processo di essiccazione, questa evapora gradualmente, richiedendo specifici periodi di asciugatura. 

 

Questo fenomeno non è raro e per molti materiali è perfettamente normale dover tenere in considerazione un tempo di evaporazione. Per questo motivo, durante la realizzazione di un edificio, si adottano diverse procedure per ridurre la percentuale d’acqua presente nei materiali. È fondamentale che progettisti e costruttori comprendano a fondo le caratteristiche e il comportamento di ogni prodotto utilizzato per prevenire problemi legati all'umidità, come la formazione di muffa, l'elevata umidità interna e potenziali danni strutturali. 

 

La composizione dei materiali e le condizioni ambientali durante la costruzione, come pioggia, neve, temperatura e umidità relativa, influenzano significativamente l'umidità residua. Pertanto, per evitare che si accumuli in modo eccessivo, è essenziale rispettare i tempi di asciugatura e utilizzare una strumentazione adeguata, come igrometri e termografie, per tenerla monitorata durante tutte le fasi di edificazione.

Che cos’è l’umidità da costruzione

Quando si parla di umidità residua o da costruzione, ci si riferisce alla quantità d’acqua che rimane intrappolata all'interno dei materiali utilizzati per costruire un edificio dopo la loro applicazione. Per questo il processo di asciugatura è cruciale, poiché, se non adeguatamente gestito, può portare l'umidità ad interferire con la durabilità e con le prestazioni della struttura nel tempo. 

 

I progettisti e i costruttori devono essere sempre ben consapevoli del comportamento di ogni materiale utilizzato per prevenire problematiche che potrebbero insorgere una volta finiti i lavori. Ciò che influisce maggiormente sull'umidità residua è la composizione del materiale stesso. Ad esempio, il calcestruzzo richiede più tempo per asciugarsi rispetto alle strutture metalliche che non presentano lo stesso problema. Inoltre, le condizioni ambientali possono aumentare significativamente l'umidità residua finale. 

 

È molto comune che l'umidità da costruzione sia presente anche nei mesi successivi alla fine dei lavori, manifestandosi visibilmente attraverso la muffa. Quest’ultima può diventare un problema davvero insidioso e si forma quando trova degli ambienti umidi e poco ventilati. 

 

La muffa, però, non solo danneggia esteticamente le superfici delle pareti e dei soffitti, ma può anche compromettere la salute degli abitanti dell'edificio, provocando problemi respiratori, allergie e altre patologie. La sua formazione indica che, durante la fase costruttiva o di manutenzione dell'edificio, l’asciugatura dei materiali non è stata adeguatamente gestita, rendendo necessario un intervento immediato per rimuovere la muffa e risolvere le cause dell'eccessiva umidità.

 

Come eliminare l’umidità residua da lavori edili

Per eliminare l'umidità residua da lavori edili è necessario un approccio sistematico e l'utilizzo di tecniche adeguate per garantire la resistenza delle strutture e la salubrità degli ambienti interni. Innanzitutto, è fondamentale consentire un adeguato tempo di asciugatura a materiali come calcestruzzo, malta e intonaco, seguendo le normative vigenti. 

 

Utilizzare deumidificatori durante tutte le fasi di costruzione può accelerare questo processo, soprattutto in ambienti con scarsa aerazione. Inoltre, l'installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata può aiutare a mantenere un flusso d'aria costante, prevenendo la formazione di umidità stagnante. Anche l'impiego di additivi idrofughi nelle miscele di calcestruzzo può ridurre la capacità del materiale di trattenere acqua. Infine, il monitoraggio continuo attraverso l’utilizzo di strumenti specifici come igrometritermografie, consente di identificare e intervenire tempestivamente su eventuali aree problematiche, garantendo che l'umidità da costruzione non comprometta la qualità dell'opera edile.

 

Nel caso in cui il processo di asciugatura non sia stato rispettato e si siano ormai formate delle muffe, è necessario intervenire con prontezza per rimuoverle e prevenire ulteriori danni. Prima di tutto, è necessario identificare ed eliminare la fonte dell'umidità, passaggio cruciale affinché la muffa non faccia ritorno. Dopodiché le aree colpite devono essere accuratamente pulite utilizzando prodotti specifici antimuffa che contengano delle sostanze in grado di distruggere le spore. 

 

Per superfici porose come intonaco o cartongesso, potrebbe essere necessario rimuovere e sostituire le sezioni danneggiate, poiché la muffa può penetrare in profondità nei materiali. Successivamente, migliorare la ventilazione degli ambienti con l'installazione di estrattori d'aria o deumidificatori aiuta a ridurre l'umidità residua

Inoltre, è consigliabile utilizzare pitture antimuffa per le superfici rinnovate, in modo da prevenire la ricrescita delle muffe. In casi di contaminazione estesa, potrebbe essere necessario consultare dei professionisti specializzati nella bonifica per garantire un intervento efficace e sicuro. Una volta eliminata, per prevenire la ricomparsa del problema, è consigliabile tenere sotto controllo l’umidità ed eseguire una manutenzione periodica dell’edificio.